Nel VI secolo, lo sviluppo della teologia trinitaria è documentato dall’articolazione sempre più organica e matura della dottrina cristiana espressa nei primi concili ecumenici. Intorno al 520 Severino Boezio compone il De Trinitate, opera nella quale trova compiuta espressione una sistematizzazione della dottrina trinitaria che, sulla base dell’epistemologia fissata un secolo prima da Agostino, si nutre dell’incontro tra rivelazione e filosofia, testimoniata dall’impiego delle categorie aristoteliche.La teologia del primo medioevo, dopo il periodo dei regni romano-barbarici in cui si colloca la figura di Boezio, si può suddividere orientativamente in alcune grandi tappe corrispondenti a fasi storiche significative: periodo carolingio, periodo ottoniano e gregoriano, XII secolo. Durante il periodo carolingio, Alcuino di York, animatore della schola Palatina, compone il De fide sanctae et individuae Trinitatis, scritto programmatico di evidente ispirazione agostiniana. Il più grande filosofo dell’epoca, Giovanni Scoto Eriugena, elabora la sua teologia trinitaria, sulla scorta dello pseudo-Dionigi, nel De divisione naturae, summa del neoplatonismo cristiano. Tra la metà dell’XI secolo e il XII secolo, la teologia monastica vive la sua maturità, trovando in Anselmo d’Aosta e Riccardo di San Vittore due pensatori di spicco anche in ambito trinitario.