Sin dai tempi più remoti, il tema della coscienza e del suo rapporto con la libertà umana ha coinvolto l’interesse dei migliori pensatori. Oggigiorno, mentre da una parte vengono confermati i risultati neuroscientifici condotti, sin dagli anni settanta, da Benjamin Libet, dall’altra si diffonde un clima scettico relativo alla coscienza personale e alla libertà d’azione. Alcuni neuroscienziati arrivano a concludere che queste peculiarità dell’essere umano, altro non sarebbero che mere illusioni funzionali, frutto dell’ingegno evolutivo del nostro cervello. Questa problematica antropologica verrà affrontata analizzando, in forma seminariale, diversi testi di filosofi e neuroscienziati tenendo come sfondo un’antropologia tommasiana unitiva ed integrativa quale valido fondamento neuroetico per evitare tanto il dualismo cartesiano, quanto un monismo cerebrale unitotalizzante. Il seminario aiuterà, in parte, la preparazione dei temi di sintesi filosofica riguardanti l’antropologia e l’etica.